La Terapia Familiare

La Terapia Familiare è una forma di terapia in cui partecipano tutti i componenti di una famiglia, quando uno o più dei suoi membri manifesta qualche sintomo di malessere.

Di solito quindi ciò che spinge una famiglia ad andare in Terapia, sono i sintomi di uno dei componenti: si tratta del paziente designato, colui che la famiglia etichetta come “quello che ha un problema” (S. Minuchin, 1974).

Quando anche un solo membro della famiglia ha un “disagio”, questo può propagarsi e intervenire sulle dinamiche relazionali dell’intero gruppo.

Il sintomo può essere espressione di una disfunzione all’interno della famiglia, oppure può essersi manifestato in un suo componente e poi mantenuto dal sistema familiare.

Origini

La Terapia Familiare è un movimento che si è sviluppato come estensione della Psicanalisi negli anni ’50, con lo scopo di trovare un metodo più efficace nei casi di gravi disturbi emotivi che coinvolgessero direttamente sia l’individuo, che il contesto familiare in cui è inserito (Bowen, 1979).

La famiglia umana è un sistema complesso che segue le leggi dinamiche dei sistemi naturali, basato su vincoli affettivi, gerarchie e ruoli. All’interno di questo sistema familiare ogni elemento ha una funzione che lo rende “parte” imprescindibile di un tutto più ampio.

Ciò rende possibile al Terapeuta lavorare anche con un solo membro della famiglia, sapendo che gli altri componenti sono comunque presenti come “fantasmi invisibili” seduti intorno a lui.

“Nell’arco di soli 150/200 anni un individuo è il discendente di 64/128 famiglie, ciascuna delle quali gli ha dato un contributo… Quando si ricostruiscono fatti vecchi di un secolo o due, è più facile superare i miti ed essere “realisti” (Bowen, “Dalla Famiglia all’individuo”, 1979)

Obiettivo della Terapia Familiare

L’obiettivo della Terapia Familiare è quello di “far sì che attraverso la comprensione delle regole e del modo di funzionare del sistema nel suo complesso, la famiglia stessa diventi esperta, al punto da riuscire non solo a ristabilire l’equilibrio nel momento di crisi acuta, ma anche in analoghe situazioni di tensione che possano eventualmente ripetersi nel corso del tempo” (Bowen, 1979).

La famiglia, come sistema socio-culturale aperto, deve affrontare continue sfide e cambiamenti sia interni che esterni. A seconda del Ciclo vitale in cui si trova, dovrà fronteggiare nascite, malattie, lutti, matrimoni, conflitti, cambiamenti di lavoro e/o abitazione, ecc.

Se la famiglia riesce ad essere dinamica e ad evolversi, affronterà i cambiamenti con spirito di adattamento e avrà un buon funzionamento.

Se invece mette in atto rigidità e fissità nei propri modi di funzionare e di comunicare, emergerà qualche sintomo e un probabile paziente designato.

Come funziona

Solitamente viene convocata tutta la famiglia (genitori e figli ma a volte anche nonni) alla seduta, anche se in alcuni casi il terapeuta può scegliere di incontrare individualmente o separatamente solo alcuni membri del sistema (i sottosistemi), ascoltando per esempio solo i genitori, oppure solo i fratelli e sorelle, ecc.

Il terapeuta stabilisce un rapporto di guida con la famiglia, di cui fa emergere la struttura nascosta, dandone anche una valutazione.

Crea poi situazioni che permettano la trasformazione di questa struttura, assegnando dei compiti ad ogni componente della famiglia e facendo comunicare ogni membro con gli altri. Vi è una circolazione delle informazioni.

La funzione del terapeuta della famiglia è di “aiutare il paziente designato e la famiglia, facilitando la trasformazione del sistema” (S. Minuchin, 1974).

Come risultato la famiglia si trasforma, cambiando le aspettative di ogni componente e quindi modificando il comportamento reciproco dei vari componenti. Le persone cambiano modo di relazionarsi tra di loro e tutto il sistema si trasforma, migliorando e imparando cose nuove.

Conclusioni

Il Terapeuta si assume la guida del sistema terapeutico: deve valutare la famiglia, deve darsi degli obiettivi terapeutici fondati sulla sua valutazione e deve intervenire in modo da facilitare la trasformazione del sistema familiare in direzione di quegli obiettivi (concordati con la famiglia, chiaramente).

Senza ignorare i singoli componenti della famiglia, la meta del terapeuta è di attivare l’intero sistema familiare verso una risoluzione dei sintomi e un miglior funzionamento dei suoi sottosistemi: il sottosistema dei fratelli, quello dei coniugi, quelli di ogni genitore con ogni figlio, ecc.

A volte, il terapeuta familiare usa delle sedie vuote per rappresentare altri componenti della famiglia a cui il paziente può rivolgersi “come se” fossero presenti, e che possono aiutarlo ad esprimere emozioni e desideri trattenuti e bloccati.

Per riuscire a realizzare una buona terapia familiare è indispensabile il contributo di ogni componente del sistema familiare: chi si conosce così bene e da così tanto tempo, ha molte risorse da mettere in campo per risollevare tutta la famiglia!


Dott.ssa Elena Minnaja
Psicologa, Psicoterapeuta Relazionale e Terapeuta EMDR a Cascina (PI)

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